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Dolori da acido lattico: sfatiamo questo mito.

Quest’estate ero in Umbria ad una convention di lavoro (non faccio solo l’istruttore di fitness come avrai già capito) e uno degli oratori parlando del “rinunciatario del terzo giorno” per l’attività che promuoviamo ha usato l’aneddoto dei dolori da acido lattico dopo un allenamento.

Avrei voluto alzarmi e gridare perché siamo nel 2021, googoliamo qualsiasi cosa e ancora si parla di acido lattico come se fosse una sostanza nociva che ti irrigidisce i muscoli e ti fa sentire dolore.

Chi già frequenta il mio studio e si allena con me credo che stia già ridendo o scuotendo la testa vero?

Lo stai facendo?

Eh si, ma perché tu stai seguendo personal trainer, istruttori, osteopati e professionisti che sanno di cosa stiamo parlando, ma il resto del mondo ancora non lo sa e quindi ora voglio spiegare bene come funziona il nostro corpo.

Andiamo con ordine e diamo dei termini alle cose.

Questa è una semplificazione da “consiglio della nonna” e magari qualche collega inizierà ad avere i capelli bianchi per questo, ma secondo me è inutile tirare fuori paroloni e parlare semplicemente.

Partiamo da come funzionano i nostri muscoli con un po’ di chimica semplificata.

L’ATP (adenosin-trifosfato) è una molecola ad alto contenuto di energia utilizzata da tutti gli organismi viventi per compiere le reazioni chimiche necessarie alla sopravvivenza. L’energia contenuta nell’ATP è necessaria per la trasmissione degli impulsi nervosi, per mantenere costante la temperatura corporea o per riscaldare il corpo se esso è esposto al freddo, per sollevare i pesi, per fare allenamento, per muoversi in generale.  Senza ATP non vi sarebbero reazioni chimiche e senza reazioni chimiche la vita non sarebbe possibile. (per saperne di più seguimi, scriverò un articolo dedicato all’ATP).

Hai ora capito che per fare qualsiasi tipo di attività il corpo produce ATP, ma cosa c’entra l’acido lattico?

L’acido lattico (C3H6O3) è una sostanza prodotta dall’organismo durante il normale metabolismo corporeo.

Questa sintesi diviene particolarmente intensa in condizioni di carenza d’ossigeno, cioè quando la richiesta metabolica di questo gas supera la disponibilità; si tratta di un frangente caratteristico dell’esercizio fisico strenuo, ma anche di particolari stati patologici, come quelli conseguenti ad un’ostruzione delle vie aeree.

Per essere meno complicati, quando vi allenate o fate una scalata in montagna producete ATP che serve per dare energia ai muscoli e vi viene quasi sempre chiesto di controllare se riuscite a parlare in modo abbastanza fluido, vero?

Vi è mai capitato di sentire qualcuno dire: “se riesci a parlare vuol dire che stai lavorando bene e quindi tutto è a posto” ( la nonna ha sempre ragione).

Se, durante l’allenamento riesci ad ossigenare bene e quindi a parlare e non avere il fiato corto allora stai producendo ATP in maniera regolare e non vai ad attingere ad altre forme di produzione energetica.

Ed è qui che viene in gioco l’acido lattico, quando il corpo lavora e non riesce ad avere a disposizione abbastanza ossigeno per far in modo che tutto funzioni bene.

L’acido lattico è quello che ti fa sentire la fatica.

 Di sicuro ti è capitato di avere quel momento durante un’attività dove ti manca il fiato e senti che i muscoli oltre non possono andare avanti e non ti reggono (in genere è il momento nel quale insulti l’istruttore). Ecco, li ci siamo, stiamo producendo acido lattico.

L’acido lattico è si una sostanza tossica nata da un problema di carenza energetica. Ma non deve essere considerata una materia di scarto del corpo che si adagia sui muscoli e vi fa sentire dolore il giorno dopo anzi!

Una volta prodotto, l’acido lattico viene smaltito dal corpo e può:

  • essere captato ed utilizzato da alcuni tessuti a scopo energetico, come avviene ad esempio nel cuore (che preferisce utilizzare lattato piuttosto che glucosio), ma anche a livello delle stesse cellule muscolari (le fibre bianche sono più brave a produrlo e quelle rosse a smaltirlo);
  • essere utilizzato per la sintesi ex-novo di glucosio/glicogeno (gluconeogenesi, ciclo di Cori nel fegato).

Quindi il corpo, che è perfetto, utilizza l’acido lattico per svolgere altre funzioni. Ed è per questo che prima di concludere un allenamento c’è sempre una parte di defaticamento (fondamentale). Ed è in quella fase che lasciamo che si verifichi lo smaltimento.

E’ bene sapere che dopo un’ora dall’allenamento i livelli di lattemia tornano in una condizione normale. Non possiamo, quindi, attribuire a questa sostanza i dolori da allenamento.

WOW! Incredibile vero? Te lo dico sempre che il corpo umano è una macchina perfetta, siamo noi ad utilizzarlo male.

Spero di essere stata chiara e di averti illuminato su questo tema che davvero è importante conoscere.

Però rimane una domanda sospesa: cosa sono i dolori muscolari dopo l’allenamento?

Molti li chiameranno DOMS, ma io preferisco il termine italiano ovvero microtraumi muscolari.

Nel prossimo articolo ti spiegherò il concetto di microtrauma muscolare così avrai l’intero quadro.

Cosa ne pensi di questo articolo? Ti può interessare conoscere altro? Scrivimi e sarò felice di rispondere alle tue domande. Magari può essere spunto per scrivere un articolo!

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